MARINO ZAVA

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

A volte può capitare di parlare con una persona della quale non si conosce o non si ricorda l’identità. Succede. Allora diamo qualche piccola indicazione che potrebbe rivelarsi utile in tale circostanza andando per esclusione. Se con quella persona si parla di cavalli… beh, c’è poco da fare, con tutti parliamo di cavalli: e quindi certamente potrebbe trattarsi anche di Marino Zava. Se il nostro interlocutore però ci parla contemporaneamente della storia del Circolo Ippico Trevigiano, della Juventus, della storia dell’ippodromo S. Artemio di Treviso, delle crociere nei fiordi della penisola scandinava, di suo padre, della storia del comitato regionale veneto, dell’ultima circolare prodotta dalla Fise, della prima circolare prodotta dalla Fise, delle corse in ippodromo a Merano, della nascita del Circolo Ippico Veneziano, della riunione del 23 marzo del 1983 (proprio quella) del consiglio regionale triveneto, di Cesare Persico, delle decisioni della consulta della Fise prima ancora che la consulta della Fise si sia riunita, degli aforismi di Roberto Gervaso, beh… allora molto probabilmente si tratta di Marino Zava. Se poi la persona in questione si accompagna a una signora piuttosto attraente che si chiama Alessandra e che pur essendo sua moglie da tempo (molto) è ancora e sempre una ragazza… ecco, allora quasi certamente è Marino Zava. Ma l’ultimo dubbio viene fugato dalla prova regina, dalla pistola fumante insomma: se il vostro interlocutore dice ogni quattro parole “cosa per cui” allora potete esserne certi: lui è proprio Marino Zava. Marino Zava in carne e ossa.

Marino Zava è un personaggio davvero straordinario. Nel senso letterale: fuori dall’ordinario. Un uomo che ha elevato una passione a stile di vita, a modo di essere, a ossigeno da respirare e cibo di cui nutrirsi. Di certo eredità del padre Mario, altro personaggio di notevole spessore nel mondo dei cavalli. Marino Zava è nato nel 1945 e la prima cosa che ha fatto appena uscito dal ventre materno è stata quella di preoccuparsi della promozione e della divulgazione dello sport equestre… Va beh, non esageriamo: ha cominciato a farlo solo qualche giorno dopo, in effetti, se si pensa che lui è stato per quarant’anni dentro il comitato regionale della Fise. Anzi, in realtà ne è stato fondatore (non da solo, ovviamente: anche se forse ne sarebbe stato capace… ) nel 1973: quindi lui sa tutto fin dal principio. Marino Zava per quarant’anni si è dedicato al comitato regionale. Quaranta. Quarant’anni, capite? Insomma, è una cosa straordinaria: soprattutto perché in lui non si è mai spenta la passione né affievolito lo spirito di servizio né smorzata l’energia. No. Lui ha fatto tutto come se fosse sempre il primo giorno. Per quarant’anni. Ma non solo. Marino Zava è stato e in alcuni casi è tuttora organizzatore di manifestazioni agonistiche, consigliere e direttore sportivo del Circolo Ippico Trevigiano, direttore di campo, segretario di concorso, docente di corsi di formazione e aggiornamento di quadri tecnici, componente di commissioni federali nazionali e regionali per il settore salto ostacoli, presidente di giuria nazionale, ispettore federale, ufficiale di gara, starter e ispettore e commissario alle corse di galoppo e trotto all’ippodromo S. Artemio di Treviso. Questa volta non si sta scherzando: Marino Zava è stato ed è davvero tutto questo (pur lavorando e avendo una famiglia… da qualche tempo poi è anche un nonno molto fiero del suo nipotino!). Ecco dove sta dunque la straordinarietà del personaggio. Un problema di regolamento? Chiedi a Marino. Un chiarimento a proposito di una circolare? Chiedi a Marino. Si può fare così o è meglio fare cosà? Chiedi a Marino. Hai bisogno di un numero di telefono o di un contatto? Chiedi a Marino. Per anni e anni la parola d’ordine che si è spalmata su tutto il territorio triveneto e poi veneto e poi anche non solo veneto è stata questa: chiedi a Marino. Anche quando non c’è nulla da chiedergli, meglio chiederglielo: ci si porta avanti con il lavoro…

Marino Zava è un uomo che ama difendere la storia: personale e non solo, anzi. Più ancora la storia che sta fuori di lui. Marino Zava è nato quando ancora non esisteva la televisione e adesso maneggia Facebook con la disinvoltura di un adolescente nativo digitale. È uomo dai principi fermi e certi, ma è anche disposto ad ascoltare e talvolta (non sempre… ) mettere in discussione le proprie idee se avverte che il suo interlocutore adduce argomenti validi e se – soprattutto – è capace di tenergli testa. Il che – tenergli testa – non è facile… Potrebbe sembrare anche un po’ autoreferenziale: ma il punto è che quando Marino Zava parla di sé stesso dice sempre cose vere!

Ora, la domanda è questa: poteva passare inosservato agli occhi del Coni un personaggio del genere? Risposta: ovviamente no. Ecco dunque che all’inizio di novembre 2014 il presidente del Coni Giovanni Malagò (dopo la segnalazione del presidente del comitato regionale veneto) prende carta e penna e firma la lettera con la quale si comunica a Marino Zava il conferimento della stella d’oro al merito sportivo. La massima onorificenza nazionale dedicata alla bandiera di un ente sportivo, a un dirigente o a personalità sportive che abbiano contribuito alla diffusione dell’attività agonistica. I livelli sono tre: stella di bronzo (vent’anni di attività per una società, dodici per un dirigente), stella d’argento (trenta e venti), stella d’oro (cinquanta e trenta). Marino Zava riceve dunque la stella d’oro: il massimo, ovviamente, visto che lui è stato dirigente sportivo prima ancora di capire cosa dover dirigere e prima ancora di sapere di essere Marino Zava, molto probabilmente. Anzi, avvisatelo: se si dovesse trovare al cospetto di un interlocutore che ogni quattro parole dice “cosa per cui”… beh, sappia di avere di fronte proprio sé stesso, vale a dire un uomo che ha dedicato tutta la sua vita a una passione mettendosi al servizio dello sport. Con grande piacere. 

 

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